Viterbo tra storia, turismo e la sua tipica gastronomia
Situata nella zona della Tuscia, cioè l’alto Lazio, Viterbo sorge a 326 m.s.l.m. , dove il declivio settentrionale dei Monti Cimini scende dolcemente verso la vasta pianura che lentamente degrada, ad occidente, verso il mare e lentamente risale, a nord, verso i monti Volsinii e, valle del Tevere.
Data la sua posizione strategica:
Oggi Viterbo vive soprattutto di turismo, in quanto la cittadina è ricca di monumenti e di edifici storici. Tra le cose più importanti da vedere ricordiamo: il “Palazzo Comunale” edificato nel XV secolo per volere di Papa Sisto IV della Rovere; il “Palazzo del Podestà”, grazioso edificio duecentesco; il “Palazzo Farnese”, una delle costruzioni più imponenti di tutto il centro storico; la centralissima “Piazza San Lorenzo”, cuore pulsante della città medievale; il “Duomo di San Lorenzo” edificato nel XII secolo; il “Palazzo dei Papi”, bellissimo edificio dalle fogge gotiche eretto nel XIII secolo; ed ancora da visitare il “Museo civico”, il “Santuario di Santa Rosa” e la “Rocca” che oggi ospita il “Museo Nazionale Etrusco”.
Per la gastronomia, numerosi sono i prodotti che collaborano ad arricchire le tavole della casa e dei ristoranti, ed anche svariati sono i piatti tipici della provincia.
I primi piatti sono perlopiù rappresentati dai vari tipi di paste fatte in casa con semplice acqua e farina come i “Lombrichelli”, la “Pasta straccia”, gli “Gnocchi col farro”, gli “Gnocchi’ ncotti o Strozzapreti” e le varie paste all’uovo con svariati sughi di: lepre, cinghiale o di funghi. Diffuse anche le minestre: pasta e fagioli o ceci compreso il classico “Minestrone Viterbese”, ed anche la “Scafata” con le fave fresche.
Fra i secondi a base di carne predominano quelli preparati con gli animali da cortile, coniglio e pollo innanzitutto, che vengono cucinati sia in padella (alla cacciatora) che al tegame (arrosto). Segnaliamo alcuni piatti tipici come: la “porchetta” al forno con fegatelli e finocchio selvatico, l’”agnello a scottadito”, l’”abbacchio e pagliata” al forno, il “cinghiale a bujone” o anche la “coratella” in padella.
Per i secondi a base di pesce vengono utilizzati i freschissimi pesci dei laghi di Vico e di Bolsena come i delicati filetti di “persico”, il “coregone”, il vorace “luccio” e le note “anguille”.
Prima di passare ai dolci è doveroso sottolineare che tra i formaggi primeggia quello fatto con latte di pecora, il “Pecorino”, che per il suo sapore robusto e caratteristico, è ricercato dagli intenditori.
Dopo un pranzo tipico non possono mancare i desserts e tra questi elenchiamo i più significativi: “maritozzi con panna”, “tozzetti alle nocciole”, “ciambelloni”, “crostate e ravioli con ricotta”, frittelle di riso”, “maccheroni con le noci” e le “pizze dolci di Pasqua”.
I vini DOC locali (della Tuscia) sono: i “Colli Etruschi Viterbesi”, Est Est Est” di Montefiascone, il
“Vignanello”, il “Tarquinia”, l’”Aleatico di Gradoli” e l’”Orvieto della Teverina”.